Ronzìo di pensieri nel pomeriggio di un agosto che sta finendo

Vorrei restare sveglio
e guardare il tuo viso mentre dormi, 
Accarezzare la tua pelle 
Con gli occhi, per non svegliarti, 
E per non perdere un dettaglio 
Dei tuoi capelli raccolti, 
Delle tue labbra leggermente increspate, 
Del tuo respiro regolare e caldo. 
Mi piace pensare 
Che il fresco di questo pomeriggio che muore, 
Ti renda più profondo 
Il sonno di solito così leggero. 
Ti guardo riposare e trovo pace. 
Si cancellano ad uno ad uno i miei pensieri 
A caso, 
A pezzi, dimentico. 
Ma è bello dimenticare 
Se l’unico pensiero che resta 
Segue la curva della tua schiena. 
Se fossi poeta canterei la tua bellezza con parole di poeta,
Ma quelle che incontro 
Sono parole usate, 
Ghirigori falsi, e li getto via 
Riempiendo secchi di palpiti, di rimpianti 
E di ricordi che non ti dirò. 
Il mio vuoto
è il luogo destinato a rinchiudere 
I miei pensieri più segreti di te, 
Accanto a quelli che mai vorrei dire, 
Alle parole mancate, 
A quelle superflue 
Del mio fingere una vita possibile. 
Ti amo, lo sai, ma mi assale 
Il desiderio di gridartelo 
E lo farei, se solo avessi il fisico per farlo 
Io che non mi rassegno 
Ad essere il protagonista di una farsa
E atteggio l’anima a drammi che non vivrò mai, 
Solo per esserti protagonista. 
Mi manchi mentre dormi, 
Perché non sono il tuo sogno.

A volte ci provo. Questa è una cosa, non è una poesia e non so cos’è, che ho trovato all’interno del cassetto dei ricordi di uno dei personaggi che mi frequentano in questo periodo. L’ha dedicata tanto tempo fa alla donna che ama. amava. ama! sì, lei non c’è più ma il dolore c’è ancora e finché c’è quel rantolo sordo, c’è il ricordo che non svanisce. A quel ricordo si aggrappa come ad un’ancora ma il mare è in tempesta e la sua nave è troppo leggera. A volte ci provo.