Mi chiamo Kathy H. Ho trentun anni, e da più di undici sono un’assistente. Sembra un periodo piuttosto lungo, lo so, ma a dire il vero loro vogliono che continui per altri otto mesi, fino alla fine di dicembre. A quel punto saranno trascorsi esattamente dodici anni. Adesso mi rendo conto che il fatto che io sia rimata per tutto questo tempo non significa necessariamente che loro abbiano grande stima di me. Ci sono ottime assistenti a cui è stato chiesto di abbandonare dopo appena due o tre anni. e poi me ne viene in mente almeno una che ha operato per oltre quattordici, malgrado fosse un’assoluta nullità. Quindi non ho nessuna intenzione di darmi delle arie. Ma so per certo che sono soddisfatti del mio lavoro, tanto quanto, nell’insieme, lo sono io. I miei donatori hanno sempre reagito meglio del previsto. I loro tempi di recupero sono stati alquanto straordinari, e quasi nessuno è stato catalogato come “soggetto problematico”, almeno prima della quarta donazione. Sì, è vero, forse adesso mi sto davvero dando delle arie. Ma per me significa molto, essere in grado di svolgere bene il mio lavoro, specialmente quando si tratta di mantenere “calmi” i miei donatori. Ho sviluppato una sorta di istinto nei loro confronti. So quando è il momento di essere presente e confortarli, quando lasciarli soli con sé stessi; so quando ascoltarli, qualunque cosa abbiano da dire, e quando, con un’alzata di spalle, dirgli che è arrivata l’ora di darci un taglio. Comunque sia, non voglio prendermi tutti i meriti. Conosco altre assistenti, in servizio in questo periodo, che sono altrettanto brave e non ricevono neanche la metà dei riconoscimenti che ricevo io.
Anche questo libro l’ho letto di notte. Sarà stato il buio, il silenzio, insomma l’atmosfera che si crea quando leggi un libro, seduto in una poltrona, con una coperta sulle spalle per ripararti dal freddo delle notti d’inverno, alla luce di una lampada, o forse questo libro è davvero uno dei più belli mai scritti, il fatto è che io così lo considero, uno dei più bei libri che abbia mai letto. Quando l’ho terminato, l’ultima sera, non molto prima dell’alba, sono rimasto immobile, incapace di dire o fare qualunque cosa. Mi ha tolto le parole, semplicemente. Non me ne separo mai.