Perché trentatré trentini entrarono in Trento, tutti e trentatré trotterellando?

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C’è una persona che, ogni volta che mi incontra, mi ripete questo ritornello: “trentatré trentini entrarono in Trento, tutti e trentatré trotterellando”. Si chiama Silvia, e quando le chiedo il significato di questa cosa, ride e se ne va. Lei ride sempre, qualunque cosa le chiedi o le dici. Non è male, meglio una persona allegra piuttosto che una arrabbiata. Però, mi lascia col dubbio.

Non posso fare a meno di chiedermi perché trentatré trentini dovessero entrare in Trento tutti e trentatré trotterellando. Forse stavano tornando da una serata particolarmente divertente? Questo non ci è dato di sapere ma, se anche fosse, perché trotterellare? Avevano bevuto? E poi, magari ci entrarono di mattina e non di sera. Forse, allora, trotterellavano per la fretta, magari andavano al lavoro. Sì, ma perché non correre, allora? Si trotterella quando non si ha fretta. In effetti, perché si trotterella? I bambini trotterellano, anche se io ne ho visti pochi. Ne ho visti tanti correre, cadere, sbucciarsi i ginocchi, ma davvero pochi trotterellare. I cani trotterellano.

Sinceramente, non sono neanche sicuro di cosa significhi esattamente “trotterellare”. Il vocabolario Treccani riporta: “di persona o di bambino, che cammini a passi rapidi e saltellando”. Attenzione, non si tratta di corsetta ma di passi rapidi e saltellanti. Si richiede una certa coordinazione e abitudine al gesto atletico: passi, ma rapidi e saltellati. Lo trovate facile?

Dunque, trentatré trentini ben allenati entrarono in Trento, quindi provenendo da fuori città, camminando a passi rapidi e saltellati. Ci vuole organizzazione, perché bisogna anche mettere insieme trentatré individui dediti alla stesa pratica sportiva, quella del passo saltellato. Poi, devono essere circa della stessa statura, poiché un trentino più piccolo degli altri farebbe decisamente più fatica a reggere il saltello degli altri.

Un’altra cosa che non ci è dato di sapere è da dove provenissero questi trentatré saltellatori. Sappiamo però che erano trentini, e questo restringe un po’ il campo delle indagini. La prima domanda spontanea è: trentini del Trentino, o trentini di Trento? Personalmente propendo per la prima ipotesi: erano trentini del Trentino, tutt’al più della zona di Trento, ma non erano trentini di Trento città. Non avrebbe avuto alcun senso, se fossero stati trentini di Trento, uscire dalla città per poi rientrarci saltellando. Provenivano però tutti dallo stesso luogo, e questo possiamo darlo quasi per certo, poiché sarebbe stato assai difficile che trentatré persone tutte della medesima statura (e questo per via dell’ampiezza del saltello) si ritrovassero casualmente ad entrare tutte insieme, nello stesso momento, trotterellando in Trento.

Non sappiamo se fossero tutti e trentatré maschi o se tra loro ci fossero, in percentuale variabile, delle femmine. In quest’ultimo caso, potremmo pensare ad una gita, un’allegra scampagnata da un paese piuttosto vicino fino a Trento, giacché una scampagnata a piedi da un paese troppo lontano non sarebbe più una scampagnata ma una gara podistica. Quindi, questo restringe ancora il campo delle indagini. Possiamo stabilire, con una certa sicurezza, che una comitiva mista di trentatré trentini, si trovasse ad entrare in Trento gaiamente trotterellando, provenendo da Civezzano, paese che dista circa 4, 4 chilometri da Trento.

Nulla sappiamo sulla data e, quindi, sul giorno, anche se tutto fa pensare che fosse una domenica mattina, giacché trotterellare di sera è pericoloso per via del traffico e farlo in un giorno feriale è possibile ma anche altamente improbabile, visto che non tutti hanno la possibilità di lasciare il lavoro alla stessa ora e la voglia, dopo una giornata faticosa, di mettersi a trotterellare da Civezzano a Trento. Perché farlo, poi? Di sera, da Civezzano a Trento si va in macchina.

Quindi, con buona approssimazione, possiamo dire che “trentatré trentini ambosessi e di simile statura, entrarono gaiamente in Trento, una domenica mattina, durante un’allegra scampagnata, provenendo da Civezzano, tutti e trentatré con passo rapido e saltellato”.

Resta da capire perché ride, Silvia, quando mi dice questa cosa.