Sognatrice! Così ha scelto di chiamarsi, tra le pagine di questo Circolo. Io l’ho conosciuta e ne sono felice: una giovane donna, troppo giovane per avere conoscenza delle trame del dolore e della vita. Eppure, la sua sensibilità profonda e mai scontata le permette di stupirmi con una facilità disarmante. Sorride, sorride spesso, quando io la guardo meravigliato delle voragini di sentimento che le sue parole riescono ad aprire davanti a me.
Questo è il suo primo romanzo, edito da VJ Edizioni, nella Collana Parole Nuove. Io l’ho letto tutto d’un fiato. Ripenso ai quattro personaggi e, poi, ripenso a Martina, al fatto che non si può parlare di ciò che non si conosce e mi chiedo quanto dolore, quanto amore abbia conosciuto, nella sua giovane vita. Mi chiedo quanto, del suo mondo, meraviglioso mondo, si nasconde dietro quel sorriso disarmante, invisibile ai miei occhi, eppure presente in ogni suo respiro. Mi chiedo quanto ci sia, di Sofia, nella mia amica, quanto di Andrea, Michele e Silvia.
Non posso fare a meno di chiedermelo, perché il suo libro è bellissimo e scritto con la semplicità dei grandi. Il suo è l’approccio di una giovane donna al mondo e alle sue esperienze. Non ci sono gli abissi oltre il dolore, l’impotenza di chi si sente sconfitto. Alla sua età non devono esserci: il mondo può essere triste ma rimane un anelito di bellezza, una conquista da fare, una possibilità. Eppure, la profondità e la sensibilità con la quale scompone e analizza i drammi della vita, non sono scontati, neppure in un uomo che abbia conosciuto tutto della vita.
Martina, la mia Sognatrice, ha le stimmate di chi è condannato a guardare il mondo in un modo che gli altri intorno non riescono neppure a immaginare. Le sue poesie, che vi invito a rileggere, sparse tra le pagine di questo Circolo virtuale, lo testimoniano. E ora, il suo libro.
Sono tentato di raccontare la trama, ma mi trattengo e affido a chi lo vorrà leggere il piacere di scoprirla. Lascio solo una pagina, una qualunque, non la più bella ma una presa a caso, perché non c’è alcun bisogno di scegliere. Questa, è tratta dal monologo di Silvia, nella parte seconda del libro, intitolata Capirsi.
“Quando mi sono laureata, mio padre stava già male: allora, aveva cinquantotto anni. Gli era stata diagnosticata un’insufficienza renale cronica dovuta al diabete, perciò tutti i farmaci che assumeva servivano solo a ritardare quello che speravamo invano non accadesse così presto. E poi invece è accaduto: due settimane dopo; come se avesse aspettato di vedermi realizzata per abbandonarsi al riposo eterno. Come se avesse voluto godersi il traguardo della sua unica figlia, prima di lasciarsi andare. E’ una cosa che ti aspetti, la morte, ma a quella dei tuoi cari non sei mai preparato, anche se hai davanti tutti i segnali che occorrono per fartene una ragione e aspettare semplicemente che arrivi la fine. Non sei mai pronto a veder andarsene qualcuno lì, sotto i tuoi occhi, mentre resti fermo a guardare. Mentre ogni singola parte di te vorrebbe urlare ad un Dio che non c’è di non portarsi via ciò che ami, di lasciarlo con te ancora un giorno in più, ancora un giorno in più…
Mia madre ha resistito fino a otto anni più tardi: è morta quando ero ormai ventinovenne, un po’ per tristezza e un po’ per una brutta polmonite che aveva preso il sopravvento in tutto il corpo.
Penso molto ai miei genitori, e ne sento tuttora la mancanza, anche se da quando li ho persi è passato del tempo, almeno quanto basta affinché le ferite si rimarginino e brucino un po’ di meno. Ma ci sono dolori inguaribili e perdite incolmabili a cui ti ci puoi solo abituare e imparare a conviverci”.
Spero che Martina continui a coltivare il desiderio di scrivere, che continui a sentire il bisogno di dire qualcosa al mondo attraverso quel meraviglioso strumento che è la parola pensata, scelta, scritta. Io conserverò con affetto la dedica che ha voluto farmi sulla copia del suo primo libro, il primo di tanti.
DI NOTTE PIANGONO TUTTI
èun romanzo di Martina Guglielmo, edito da VJ Edizioni nella Collana Parole Nuove,