Saldamente ancorata all’argano
Calava la grande palla di luna
Oscillando placida
Cristalli di sogno aggiungeva
Alla realtà non ancora biodegradabile
Di plastica colorata
I suoi led sparavano obliqua sul lato del muro
Una luce a risparmio energetico
Tagliando il cortile
Spruzzava di chimico argento
Le tenere foglie tossiche
E balenavano isotopi dai frutti acerbi
Viandanti ignari del proprio destino
Lesti tornavano perché Morte
Non li trovasse assenti all’appello
Isolando il coraggio nei solfiti
Che una volta terminato l’Amore
Il cuore continua a cercare
Un motivo per non smettere di pulsare
Srotolando l’immenso cavo elettrico
Consumata meretrice li accompagnava
Del giorno diceva son gli affanni
E le lusinghe e i dolori e i sogni infranti
Se coi lamenti rimedio al penar
Si ponesse e ai nostri guai
Se così fosse, allor le lagrime
Acquistar si dovrebbe a ogni costo
E con cura di chimico dosare
Ma viver si dovrebbe
E non sperare.