Incontri improbabili oppure probabilissimi. Storie di vino e di altri accidenti.
Di Antonio Sparascio e Martina Guglielmo
Perché “racconti ubriachi”? Probabilmente perché sono storie improbabili, accidenti della vita, situazioni che possono però verificarsi quando il caso getta i suoi dadi davanti a noi. Ubriachi perché non hanno un senso civile, perché sono l’altra faccia della maschera, quella sporca, vera, dolorosa a volte, a volte invece ironica o comica.
Trattandosi di ubriacature letterarie, i titoli non potevano andare che al vino, signore e padrone della dolce follia, nettare prelibato e dal colore dannatamente erotico, dal sapore di cose perdute, dall’effetto meraviglioso sui corpi e ancor più sulle menti. Primitivo, Malvasia Nera, Negroamaro, Nero di Troia. Quattro nomi per quattro storie, ma non è escluso che il tempo arricchisca la cantina. Il gioco, con Martina, è quello di dare vita a un dialogo a distanza che si affianca, o si intreccia a volte, con i dialoghi della scena. Contorto. In Primitivo, per esempio, un uomo ha litigato con la sua compagna. Esce di casa sbattendo la porta, qualcosa si è rotto. Va a stordirsi in una vineria, dove, tra le illusioni del vino, affronta le sue convinzioni in un dialogo assurdo niente di meno che con Bacco, il Dio in persona. Gli fa da contraltare, nel racconto narrato, la figura non presente della donna che lui ha lasciato da sola, a casa. In un monologo per bocca di una cameriera, le ragioni della donna si contrappongono a quelle dell’uomo. L’atto unico si apre con una poesia che rende le ragioni dell’uomo e si chiude con i graffianti e dolci versi che sono le ragioni della donna.
Questo sono i racconti ubriachi. Storie dette e non dette, personaggi presenti o incombenti, prosa e poesia, narrazione e dialogo. Sono testi nati per essere raccolti in un volumetto il cui linguaggio spazia senza fermarsi tra i generi letterari e accompagna il lettore nell’impresa di figurarsi le scene, i retroscena e le possibili conseguenze. Ma sono anche Atti Unici, figure che si muovono su un palco, luci e interpretazioni sempre diverse, sempre personali.
I Racconti Ubriachi contengono solfiti e possono avere effetti benefici sulla psiche nel caso di depressione, stati ansiosi, ipocondria, periodi bui o, semplicemente, giornate di merda.
PRIMITIVO
Il nostro amico è entrato da un po’, da solo. Ha litigato con sua moglie, o è la sua compagna? Un’incomprensione, come accade tante volte, ma forse questa è un po’ più grave, più profonda. Forse qualcosa si è rotto. Forse. Chissà. Ha salutato distrattamente il cameriere e si è diretto verso un tavolo in penombra, nell’angolo più interno del locale. Alla cameriera che lo aveva seguito, ha chiesto del primitivo, e si è seduto ad aspettare.
Ormai sono trascorse delle ore da quanto suo marito è uscito di casa sbattendo la porta. Si chiede se tornerà, come si chiede se sia possibile ricostruirsi, aggiustarsi, rimettersi a nuovo, così come si fa con le case o con le cose in generale. Chissà se vale anche per le persone. – Forse io e lui non siamo altro che il riflesso della casa che abitiamo, – pensa. – Forse siamo annoiati e queste mura ormai ci stanno strette.
MALVASIA NERA
Senti, promettimi che non ci metteremo a parlare del tempo e del traffico e del governo. Ti ho invitato qui perché Stefano è partito e volevo passare una piacevole serata insieme a te, come ai vecchi tempi. Tu te lo ricordi Stefano, vero?
Ho anche provato a lasciarlo, sai? Sei mesi fa, gli ho detto che era finita, che non me la sentivo più di continuare a fingere, ma non tanto per me, quanto per sua moglie. Gli ho detto che non potevo continuare a sentirmi in colpa verso di lei.
NEGROAMARO
E comunque il gioco è questo, loro mi guardano il culo, io glielo lascio guardare e più guardano, più bevono. E più bevono e più mangiano. E più mangiano e più pagano. Anche se a me tocca sempre lo stesso stipendio di fame. Ma meglio di niente, non mi lamento. Dopo una laurea in filosofia, non ho trovato di meglio da fare. Ci sono colleghe che fanno le sguattere a ore. Meglio farmi guardare il culo, si fatica meno.
Dico, sentimentale non ci può stare. Il ragazzo ha appena ventisette anni. E’ ancora digiuno delle cose del mondo. E lei, signorina, non avrebbe dovuto circuirlo come ha fatto, vieppiù che, avendola conosciuta, trovo che sia ben diversa dall’idea che mi ero fatto di lei. Ma anche lei, benedettindio…
NERO DI TROIA
Non mi ci faccia pensare. Era così bella che certe sere mi dovevo dare dei pizzicotti per convincermi che non stavo sognando. Ho fatto di tutto per lei, anche debiti, perché io ho sempre fatto il cameriere. Non è che sia un lavoro cattivo, eh, di questi tempi è meglio di tanti altri lavori. Pensi, c’è mio cognato, cioè il mio ex cognato, che insegna lettere classiche in un liceo e, quasi quasi, prende meno di me.
Ah, no, dice? Provi lei a non poter fare un passo senza che qualcun altro le faccia una scenata. “Dove sei stata? Chi era quello? Chi era quell’altro? E quell’altro ancora?” E poi, non è più l’uomo di una volta. Prima, pensi, mi riempiva di regali. Il mio compleanno? Ecco cosa ho ricevuto per il mio compleanno!